Salento, terra di folletti dispettosi

Salento, terra di folletti dispettosi

15 Gennaio 2022 0 Di Ilaria
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Tra le innumerevoli tradizioni popolari che ancora sopravvivono in Salento non possiamo esimerci dal menzionare la figura leggendaria di alcuni folletti dispettosi che appartenenti al mondo dell’occulto. Noti in Salento con nomi spesso differenti, dai famosi Sciacuddrhi di Soleto e dintorni, sino ad arrivare al monacieddhru o monicheddhu, al laurieddhu o allo scazzamurieddhu o carcaluru che popolano altre zone del Salento, hanno tutti più o meno le stesse caratteristiche. Sono noti anche al di fuori del Salento e spesso li ritroviamo anche in altre zone d’Italia. Nel foggiano, così come nella tradizione partenopea, spicca per esempio la figura del monacello. Ma torniamo in Salento e vediamo assieme chi è questo folletto dispettoso dai mille nomi e che genere di dispetti si diverte a fare.

L’origine e i poteri dei folletti del Salento

I folletti del Salento, come gli sciacuddhri e i laurieddhi, sono legati a doppio filo con il folclore contadino e con antiche credenze popolari. Secondo le tradizioni locali, questi spiriti burloni non solo amano fare dispetti, ma sono anche guardiani della natura e dei boschi, motivo per cui vengono talvolta chiamati folletti del bosco. Proprio come le fate e i folletti della mitologia europea, possiedono poteri magici che usano per confondere e ingannare chiunque incontri il loro cammino. I contadini salentini, soprattutto in passato, erano convinti che questi spiriti protettivi potessero influenzare i raccolti e la fertilità delle terre, come fossero dei veri e propri custodi del territorio.

Il mondo dei folletti e gnomi nel folklore europeo

I folletti salentini condividono molte caratteristiche con gli gnomi e altri esseri magici tipici del folklore europeo. Le loro storie ricordano infatti le leggende dei folletti natalizi, che aiutano Babbo Natale, e delle creature della grotta dei folletti, luoghi misteriosi abitati da esseri invisibili agli occhi degli umani. Come nelle fiabe nordiche, questi spiriti burloni del Salento emergono dal mondo nascosto del folklore per fare scherzi, aiutare o confondere gli abitanti del luogo. Anche se il loro carattere dispettoso è prevalente, i folletti e gnomi salentini sono visti come simboli di magia e mistero, rendendo la tradizione locale ancora più ricca e affascinante.

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Chi sono questi folletti spiritosi

Etimologicamente parlando, il nome laurieddhu ci fa saltare alla mente i ben noti lari (per sincope della u) molto cari ai Romani, anch’essi spiritelli benevoli ma a volte dispettosi che amavano trovare rifugio proprio tra i rami dei lauri, ovvero gli alberi d’alloro.

Che dispetti si divertono a fare gli sciacuddhri salentini

Questi folletti dispettosi così cari a tutta Italia  sono dunque giocosi e dispettosi al contempo. Si divertono, secondo tradizione, a far sparire oggetti, far volare biancheria, togliere la sedia da “sotto il sedere” delle giovani donne, intricare loro le chiome. Nelle fattorie, intricano le criniere dei cavalli o le code delle mandrie, fanno smettere le galline di produrre uova o ancora fanno cagliare il latte appena munto. E ancora, si divertono a dar pizzicotti a chi dorme, spesso svegliando il malcapitato all’improvviso. In Veneto questo tipo di folletto che si diverte a svegliare chi dorme pacificamente è chiamato Pesarol, ed ha le medesime sembianze e lo stesso cappellino dei folletti salentini.

Un cappellino molto prezioso

Gli sciacuddrhi indossano un cappellino rosso al quale tengono particolarmente. Chi dovesse riuscire a sottrarre il prezioso cappellino al malcapitato folletto, potrà esprimere un desiderio. Il folletto in teoria esaudirà il desiderio pur di avere indietro il suo amato cappellino, ma attenzione, è talmente dispettoso che potrebbe esaudirlo al contrario. Occhio dunque a verificare che la promessa sia mantenuta prima di restituire il copricapo al dispettoso folletto! Potrebbe essere che chiediate denaro e riceviate invece pietre o coperchi! Recatevi dunque nel luogo della presunta “acchiatura” e verificate se il denaro promesso c’è!

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Come allontanare i folletti dispettosi dalle proprie abitazioni?

Secondo tradizione leccese, è sufficiente collocare sull’uscio di casa le corna di un bue o montone o una staffa di cavallo per far sì che il folletto non si presenti a disturbarne gli abitanti. Un pò come accadeva con le note teste apotropaiche che sormontano molti portali dei meravigliosi palazzi del Barocco leccese.

Tutti i nomi dei folletti dispettosi

  • Galatina, Soleto: sciacuddhri
  • Aradeo: Sciacuddhruzzi
  • Lecce: Laurieddhri o Uru
  • Nardò: Municeddhri
  • Taviano e Melissano: Scazzamureddhri (questo nome deriva dall’abitudine di rovesciare damigiane di terracotta contenenti olio o vino)
  • Copertino: Carcaluri
  • E ancora: Carcaturi, Carcagnizzi, Scarcagnuli
  • Bari: Scazzamerigghie o Patrune de Case
  • Napoli: O Munaciellu
  • Matera: Monaricchio
  • Potenza: Farfariedde
  • Catanzaro: Farnfulicchiu
  • Palermo: Mazzamareddu

Che aspetto hanno gli sciacuddhri

Questi folletti dispettosi sono piccolini: alti circa 40 cm, sono abbastanza bruttini. Vanno in giro scalzi, hanno i capelli riccioli e scuri e il corpo piuttosto peloso. Le orecchie sono a punta, gli abiti color tabacco ed il prezioso cappellino di colore rosso. Ricordano vagamente gli Elfi, o ancora i Troll della tradizione nordeuropea. Escono solamente di notte perchè hanno difficoltà a guardare la luce, sia del sole che del fuoco. Bizzarri, stizzosi, impertinenti, se si impossessano di un’abitazione o se si arrabbiano con qualcuno, diventano davvero terribili. Si nascondono in qualche pertugio e balzano fuori, la notte, pronti a combinarne più d’una.