Come scoprire se un vino è buono leggendo l’etichetta

Come scoprire se un vino è buono leggendo l’etichetta

23 Ottobre 2024 0 Di Ilaria
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Acquistare una buona bottiglia di vino può sembrare un’impresa complessa, soprattutto per chi non è esperto nel settore enologico. Tuttavia, una lettura attenta dell’etichetta può offrire indicazioni preziose sulla qualità del vino. Nel 2024, la normativa sull’etichettatura del vino è diventata più rigorosa, obbligando i produttori a fornire maggiori dettagli sui metodi di produzione, gli ingredienti e l’origine geografica. Tra questi elementi, gli additivi e i coadiuvanti tecnologici rappresentano un aspetto cruciale da valutare.

Additivi e coadiuvanti tecnologici: trasparenza in etichetta

Gli additivi e i coadiuvanti tecnologici sono sostanze aggiunte durante il processo di vinificazione per migliorare la stabilità, l’aspetto e il sapore del vino. Questi possono includere solfiti, che aiutano a conservare il vino, acidificanti per bilanciare il pH, dolcificanti per aggiustare il sapore, e vari agenti chiarificanti o stabilizzanti. Secondo la normativa del 2024, tutti questi additivi devono essere chiaramente elencati sull’etichetta, fornendo così una maggiore trasparenza ai consumatori.

Questo cambiamento ha l’obiettivo di rendere più informate le scelte di acquisto, permettendo di identificare eventuali sostanze che potrebbero influenzare non solo il sapore, ma anche la qualità complessiva del vino. La presenza di additivi è infatti un indicatore che può far riflettere: alcuni consumatori preferiscono vini più naturali, prodotti con il minor intervento possibile, mentre altri possono tollerare l’uso moderato di sostanze necessarie per mantenere la qualità e la conservabilità del prodotto.

Additivi vietati: cosa non deve esserci nel vino

Tra le informazioni essenziali da valutare, è importante considerare anche ciò che non dovrebbe essere presente nel vino. Sebbene la legge permetta l’uso di alcuni additivi a scopo tecnologico, ce ne sono altri espressamente vietati. Tra questi, troviamo:

  • Metanolo in quantità eccessive, che può derivare da pratiche di distillazione errate e rappresentare un grave rischio per la salute.
  • Conservanti non autorizzati, come alcuni tipi di sorbati o benzoati, che non sono ammessi nella vinificazione di qualità.
  • Coloranti sintetici, che, sebbene usati per migliorare l’aspetto visivo di altri prodotti alimentari, sono vietati nel vino di qualità.
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La presenza di sostanze vietate non solo comprometterebbe la sicurezza del vino, ma sarebbe un chiaro segnale di scarsa cura nella produzione. L’assenza di questi additivi nell’etichetta è quindi una garanzia che il vino rispetta gli standard di qualità e sicurezza.

Tipi di additivi e loro etichettatura: scegliere consapevolmente

Oltre alla lista degli ingredienti, l’etichetta del vino deve indicare la funzione degli additivi utilizzati, chiarendo il motivo per cui sono stati aggiunti. Ad esempio, i solfiti devono essere dichiarati non solo per la loro presenza, ma anche per la loro funzione di conservante. Ciò permette ai consumatori di comprendere meglio le pratiche enologiche che caratterizzano un determinato vino. Gli additivi consentiti variano in base alla categoria del vino (ad esempio, vini spumanti, vini bianchi, vini rossi) e devono rispettare limiti rigorosi stabiliti dalle normative europee e nazionali.

Etichette dei vini DOP e IGP: la qualità certificata

Le etichette dei vini DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta) forniscono un ulteriore livello di garanzia. I vini con queste certificazioni seguono regole di produzione molto precise che preservano il legame con il territorio di origine. L’etichetta deve indicare chiaramente la regione di produzione e le tecniche di vinificazione utilizzate, oltre a specificare le caratteristiche organolettiche tipiche del vino, come il sapore, il colore e il profumo.

È fondamentale inoltre che l’etichetta riporti il logo ufficiale DOP o IGP, confermando il rispetto degli standard stabiliti per la produzione di questi vini. Le denominazioni DOP e IGP aiutano a orientarsi verso vini di alta qualità, legati alle tradizioni locali e prodotti secondo metodologie storicamente consolidate.

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La menzione tradizionale o speciale: valore aggiunto

Un altro aspetto da considerare nell’etichetta dei vini DOP e IGP è la possibilità di includere termini tradizionali che evidenziano metodi di produzione specifici. Queste menzioni non solo arricchiscono l’informazione fornita al consumatore, ma sottolineano il rispetto delle tradizioni locali. È tuttavia essenziale che tali termini siano verificati e convalidati dagli organismi certificatori per prevenire abusi e garantire che non vengano utilizzati in modo fuorviante.

In conclusione

Leggere attentamente l’etichetta di un vino può offrire una grande quantità di informazioni sulla sua qualità. Valutando la presenza o l’assenza di additivi, verificando le certificazioni DOP o IGP, e comprendendo le pratiche di vinificazione descritte, è possibile fare una scelta più consapevole e informata. Optare per vini che rispettano le normative e che sono trasparenti sulle loro tecniche di produzione è un passo fondamentale per apprezzare al meglio il mondo del vino.

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